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Abov – “Il Canto di Orfeo”

today28 Giugno 2024 11

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“Il Canto di Orfeo” è il nuovo singolo di Abov.

È possibile trarre ispirazione dai miti antichi e renderli vivi e comprensibili anche oggi? Questo è il quesito a cui il cantautore Abov risponde tornando alle radici della sua arte, spesso intrecciando miti, folklore e leggende del Mediterraneo con un occhio di riguardo al mondo classico, come dimostra la sua nuova opera, “Il canto di Orfeo”.

Ma chi è Orfeo? Orfeo è un eroe, un aedo della mitologia greca, la cui voce e musica possiedono il potere di sfidare persino la morte. Quando perde la sua amata, decide di discendere nel regno dell’Ade per riportarla indietro. Armato solo della propria arte, Orfeo affronta una serie di prove, dalla sfida a Cerbero, il cane a tre teste degli inferi, fino all’incontro con Ade e Persefone, sovrani del regno dei morti. Questi ultimi toccati dal dolore dell’eroe, concedono di restituirgli la moglie Euridice, con una sola condizione: non guardare mai indietro per controllare se lo stia seguendo. Purtroppo, Orfeo fallisce questa prova.

Abov, il nostro bardo moderno, si concentra su Orfeo che attraverso la sua voce e musica riesce ad abbattere ogni cosa per l’amore della sua amata. Utilizzando il mito greco come allegoria, l’autore sottolinea come la voce sia lo strumento dell’anima, capace di generare emozioni e azioni in chi ascolta. Questo riflette la forza umana di affrontare persino i momenti più bui della vita con sentimenti e determinazione. La copertina del brano, disegnata da Fedini, noto per la sua pagina Olimpo Gioie e Disagi, rappresenta Orfeo al centro che imbraccia la sua cetra quest’ultima proietta luce e colori, rafforzando il messaggio del brano dell’arte come strumento per abbattere le tenebre.

La parte musicale del brano è leggera e metafisica, con tocchi di melodia che richiamano il pop attuale. Il ritornello si apre svelando il messaggio della canzone, prima del finale vi è uno special dalla forte carica emotiva arrangiato con un coro di voci che potrebbe ricordare alcuni arrangiamenti di Enya , mentre il finale sorprende citando nel testo e nelle musiche  il mondo della musica barocca, con un richiamo ad Che farò senza Euridice, dell’ Orfeo di  Gluck un’opera che è stata importante per l’evoluzione della Lirica.

In conclusione, il brano dimostra l’acume culturale e la volontà di sperimentare del giovane artista calabrese, che, attingendo alla sua zona di comfort, il mondo greco, offre al panorama musicale una produzione diversa dal solito, adatta a chi è aperto ad ascoltare qualcosa che sfida i canoni musicali attuali.

 

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Scritto da: Matteo

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