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Il Vaso di Pandora è un revenge song dalla veste elegantissima, per combattere la sporca battaglia di una disputa per un brutto torto subito.
Art rock con venature progressive e hard rock, rielaborazione e sincrasi fantasiosa di due episodi distinti della mitologia greca, testo raffinato per rammendare asprezze musicali, una disfida impari raccontata con la solennità delle grandi cerimonie, tanto da essere contornata dalla sacralità di cori epici.
Il vaso di Pandora” è il caso di corna più stoicamente indossate ed esibite in
musica.
Rubalo e saremo immortali e onnipotenti,
Tu che conosci i segreti dell’Olimpo,
sai dove lo nascondono, sai perché lo difendono
Voglio il fuoco degli dei.
E’ stata la primissima canzone che ha scritto in assoluto, ormai nel lontano 2013, che ha trovato una risoluzione vocale e melodica solo una volta
consumato un misfatto sentimentale allo Sziget Festival del 2013.
Prima di allora era solo un’ambiziosa idea strumentale.
Insomma, “Il vaso di Pandora” è il caso di corna più stoicamente indossate ed esibite in musica.
Starnutisci la tua allergia al tepore
sul bouquet di albe e tramonti
l’hai lanciato fuori dalla galassia
contro un sole più grande
“Il Vaso di Pandora vuole distinguersi dal tenore medio delle revenge song sentimentali che perdono di vista il messaggio da comunicare in favore di un pathos molto diretto, urlato e a volte volgare”
Gli Incubi di Freud sono una distopia solista e cooperativa di alternative talkative rock di Joshua McFarrow, “paziente zero” (nonché voce, basso, musica, testi, video, idee, crisi esistenziali) di Ripe San Ginesio (remota provincia maceratese).
Gli altri pazienti/musicisti viaggiano lungo l’inesistente asse Treia/Porto Sant’Elpidio.
La band si completa così con Alessandro Camela alla batteria, Andrea “K” Piermarteri alla chitarra ritmica e Massimiliano Camela alla chitarra solista.
Non è casuale l’utilizzo di termini psicoterapeutici (come deducibile dal nome del progetto): il concept e le tematiche del gruppo nascono dall’esperienza in prima persona del cantante, dando seguito alle sedute in studio attraverso la musica.
“Gli incubi di Freud nascono dalla precisa necessità di fare introspezione pubblica con la schiettezza propria della musica, ambito che mi permette di muovermi senza gli abituali impacci di timido impacciato introverso quale sono senza un microfono sotto al mento.” afferma Joshua.
vedrà la luce nei club del maceratese e dell’anconetano solo nella primavera del 2023 con l’attuale formazione.
Scritto da: Matteo
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