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Kallísto torna con “Morto di Gnagna”, un brano in cui l’ironia fa riflettere.
Dopo il successo dell’emozionante singolo “Ti auguro l’amore“, la cantautrice e rapper romana Kallìsto torna in radio e nei digital store con una vera e propria hit, un pezzo capace di far riflettere attraverso il riuscitissimo mix tra pungente ironia e flow graffiante, “Morto di Gnagna” (PaKo Music Records/Visory Records).
Scritto dalla stessa artista nel 2020 e prodotto dal tocco incantato di Promo L’inverso, il brano si veste di ritmi incalzanti che avvalorano di ritmo e suggestione le liriche fluenti e dissacranti del testo. Ispirato a quella che Kallìsto definisce “fauna di sesso maschile”, ovvero a coloro che, a differenza degli uomini che si limitano ad apprezzare il genere femminile, lo molestano con atteggiamenti degni della brutta copia di Tony Manero, utilizzando approcci poco eleganti, scarni di inventiva ed indubbiamente poco funzionali, “Morto di gnagna” fotografa la società di oggi, usando l’ironia come chiave per far riflettere.
Un inno generato – e degenerato, nel suo significato più genuino e divertente – per raddrizzare quel tassello di mosaico mal posato su una società culturalmente deviata, e collocato al servizio di tutte quelle donne che vorrebbero urlare in faccia ad un “morto di gnagna” che “si vabbè, ma asciugati la bava che manco un cane affamato”!
«Si è sempre pensato che ridere di qualcosa fosse prerogativa di chi non sa prendere troppo sul serio quella cosa – dichiara Kallìsto -, quindi, in sostanza, di una mancanza di riflessione profonda. Eppure, in tutta onestà, credo che il pensatore più capace sia proprio colui che riesce ad estrapolare diverse sfaccettature da una singola situazione. A seguito di questo, starà proprio a lui poi decidere verso quale di queste propendere. Ecco perché nei confronti di un singolo aspetto è possibile sia ridere, che arrabbiarsi, ma anche riflettere, gioire… “Morto di Gnagna” è proprio questo; un arcobaleno di mille sfaccettature da cui osservare il medesimo fatto, scegliendo la propria percezione, la propria prospettiva. Poi bè, se di tutto quello dico nel brano non è vero niente e soltanto io produco numerosi punti di vista su un solo argomento, chiedo scusa. Forse sono bipolare».
Con questo nuovo singolo, ad un primo ascolto leggero e ironico, ma ad una più approfondita analisi ricco di spunti su cui riflettere, le donne hanno un inno da poter cantare a gran voce, senza paura, vergogna e timori.
Perché se è sacrosanto ridere, in una società di eguali diritti ed eguali opportunità, lo è ancor di più riflettere per migliorarla, e migliorarsi, giorno dopo giorno.
Con quell’ironia mista a cinismo di chi sa attivare i muscoli del sorriso senza mai dimenticarsi di sollecitare quello del cuore e di attivare il cervello, Kallìsto si riconferma una delle artiste più talentuose e brillanti del rap-game al femminile, una penna alla costante ricerca di quella meravigliosa forma individuale di pensiero che rende libero ciascuno di noi.
Kallísto è una cantautrice romana. Nata e cresciuta nel celebre quartiere Centocelle, iconico sfondo del film cult “Amore Tossico”, entra in contatto sin da subito con la complessità dell’essere umano, che la spinge ad osservare oltre le apparenze, motivandola a ricercare, anche nelle personalità più cupe, la ragione di azioni, atteggiamenti e consuetudini socialmente incompresi e incomprensibili. La forte e naturale propensione all’empatia, unita all’apertura mentale acquisita, la rendono, fin dal primo decennio di vita, una giovane donna capace di porsi in netta antitesi a cliché ed imposizioni, una vera e propria amica di quel dubbio che non va inteso come titubanza o diffidenza, bensì come uno spiraglio di luce, una piccola porta sempre aperta tra le mura di pseudo verità assolute che, troppo spesso, assumano le sembianze di diktat. Ed è proprio nel caos interiore scaturito dal dubbio, tra le molteplici domande quotidiane riposte dentro la sua anima, che Kallísto trova nell’Arte, soprattutto nella Musica, la strada da percorrere per comunicare ed esprimersi oltre la mera parola, lasciando alle emozioni il compito di far fluire ogni singola riflessione. A soli 7 anni, scrive la sua prima canzone, totalmente libera da condizionamenti e pressioni esterne; una necessità, quella della scrittura, che le consente di superare difficoltà e dolori, anche quando, per motivi professionali, si allontana dalla sua terra natia, distante da famiglia e amici, da quella particolare comfort-zone che, dalla zona di comfort, le ha presto insegnato ad evadere, per scoprire, con la scuola dell’esperienza, l’essenza che si cela dietro la parvenza. Un’esigenza innata, priva di una fin troppo ricorrente bramosia di fama e successo, che per moltissimi anni le ha suggerito di tenere chiuse, nel cassetto della sua emotività, tutte le composizioni realizzate, fino al fortuito incontro, nel 2022, con PaKo Music Records, con la quale instaura, sin da subito, una meravigliosa sinergia, che le consente di concepire la pubblicazione delle proprie opere da un’altra prospettiva, sotto nuova luce: non per inseguire riconoscimenti e lodi, bensì per dar voce a tutti coloro che voce non ne hanno, in un perfetto mix di delicatezza, ironia e sentimento che colpisce sin dal primo ascolto.
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Scritto da: Sandro
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