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L’artista emergente dell’indie folk Jan Kalter ha svelato il suo nuovo, inquietante singolo “Save Our Souls”, accompagnato da un toccante lyric video, uscito nel 2023 per l’etichetta Cold Skipper Inc. Il brano è tratto dal suo EP di debutto “No One Bites And No One Barks”, che ha già totalizzato oltre 400.000 streaming su tutte le piattaforme, segnando un primo passo avvincente verso la ribalta, ritagliandosi uno spazio tra i narratori più toccanti dell’indie folk.
Nato a Nordhorn, in Germania, e ora residente a Colonia, Jan Kalter è una voce emergente dell’indie folk. Il suo percorso è iniziato da bambino, intrufolandosi nelle sessioni di pianoforte a casa di un vicino, per poi espandersi alla chitarra, al trombone e alla voce. Dopo aver iniziato in gruppi grunge, Kalter ha gradualmente trovato la sua casa nell’indie folk, dove si intersecano la cruda vulnerabilità e la silenziosa intensità. Tracciando parallelismi sonori con Bon Iver, Novo Amor, Lord Huron e Sufjan Stevens, che cita come influenti nel plasmare il suo sound.
“Save Our Souls” è una ballata sottilmente scintillante, immersa nel riverbero e in un’emozione toccante. L’arrangiamento strumentale è di una delicatezza impeccabile, con morbide trame acustiche e cori corali impalpabili che creano un paesaggio intimo ma vasto, in cui la voce malinconica di Jan risplende con una potenza silenziosa e struggente. Il video con i testi che accompagna il brano riecheggia splendidamente questo sentimento ed enfatizza l’atmosfera introspettiva e malinconica del singolo attraverso immagini vintage e sognanti di un paesaggio boschivo nebbioso.
Parlando del brano, Jan Kalter ha dichiarato: “‘Save Our Souls’ nasce da una profonda riflessione su come ci connettiamo – o a volte non riusciamo a connetterci – gli uni con gli altri nei momenti difficili. Volevo che la canzone risultasse cruda e intima, quindi ho mantenuto l’arrangiamento essenziale, lasciando che la voce e le texture acustiche portassero l’emozione. Il processo di registrazione è stato quasi come un’esibizione dal vivo, catturando le imperfezioni che la rendono umana. Per me, è un invito all’empatia e alla presenza, avvolto in un suono folk che appare allo stesso tempo fragile e pieno di speranza”.
Scritto da: Matteo
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